Le tradizioni Natalizie

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Tradizione è sinonimo di usanza, un insieme di usi e costumi e con l’avvicinarsi delle festività Natalizie è interessante sentire che ciascuno noi, a seconda della provenienza geografica, possa avere delle tradizioni culinarie differenti.

Faccio parte ormai da mesi di un portale, Chizzocute, e all’interno di questa grande famiglia ci sono tante altre persone provenienti da diverse parti d’Italia e non. In occasione delle prossime Festività Natalizie, mi sono divertita a chiedere ai miei amici di Chizzocute quali fossero le loro tradizioni culinarie e come presumevo, “paese che vai, usanza che trovi”.

La prima grande scoperta l’ho fatta proprio con una tradizione legata alla Brianza, dove vivo; La tradizione vuole che alla sera della Vigilia di Natale si mangi la trippa. In un recente post, visto le mie abitudini e qualche info su cui mi sono documentata, dicevo che al nord non c’è la tradizione di festeggiare la Vigilia ma scoprire che ci sono tradizioni dei nostri nonni che nel corso degli anni si stanno perdendo mi rattrista. Certamente è un piatto tipico che conosco, la trippa (in milanese chiamata Busecca) è una frattaglia animale che da noi viene tagliata a striscioline e cucinata  in brodo con verdure soffritte e con fagioli borlotti, ma ignoravo che fosse usanza mangiarla alla Vigilia di Natale. 

Ci spostiamo poi un po’ più a nord e secondo la tradizione del Veneto si festeggia la Vigilia di Natale cenando con il pesce: la zuppa di pesce (sopa de pess), il baccalà mantecato e in umido, la polenta bianca fatta con il mais bianco più raro e prezioso di quello giallo, le sarde in saor (sarde con un condimento a base di cipolle in agrodolce), la pearà che significa “pepata” (una salsa fatta con pane raffermo, midollo di bue, burro, brodo di carne e soprattutto abbondante pepe). Sulla tavola di Natale sono immancabili i tortellini in brodo di cappone e il coniglio con la peverada (una salsa fatta con la soppressa). Mentre un’altra particolare tradizione Veneta è quella di mangiare la pinza all’Epifania, che è un tipico dolce tipico della tradizione contadina fatto con farina mista bianca e gialla, lievito, uova, zucchero e con aggiunta di fichi secchi, uva passa e semi di finocchio.

Il Piemonte invece si sbizzarrisce nel menù del Pranzo Natalizio con antipasti vari come la bagna cauda (una salsa calda a base di aglio, olio extravergine e acciughe; in questa salsa che si condivide con i commensali si intingono varie verdure crude o cotte come peperoni, cardi, patate ecc.), il San Carlino (detto anche zincarlin, una formaggina tipica lavorata con aglio, olio, peperoncino e spezie), uova ripiene, lardo e castagne, la paletta biellese che è un insaccato, agnolotti in brodo, bollito misto o brasato o spezzatino di musso (asino). 

Se ci spostiamo un pò più a sud, verso Napoli, sulla tavola della Vigilia di Natale troviamo l’insalata di rinforzo (detta anche burdiglione) che viene preparata con cavolfiore lessato, sottaceti vari (olive verdi, cetriolini, cipolline, giardiniera, peperoni) e acciughe sotto sale. Viene condita con olio, sale e aceto. E’ chiamata insalata di rinforzo proprio perchè sembrava dovesse rinforzare un po’ il cenone fatto di magro a base di pesce.

Scendiamo in Puglia dove troviamo dei dolci tipici Natalizi che si chiamano cartellate che sono dei nastri di pasta sfoglia fatta con farina, olio e vino bianco. La pasta viene avvolta su se stessa formando una rosa e poi viene fritta nell’olio.

Andiamo anche nella splendida Sicilia e nelle feste di Natale si mangiano i “cucciddati” o buccellati (biscotti ripieni di fichi o di uva passa o con la “zuccata”, una sorta di frullatura di zucchine candite). A Palermo per il Cenone della Vigilia si prepara lo sfincione, una specie di pizza mentre sulla tavola di Natale non possono mancare i cardi ripieni o in pastella.

Fanno parte della grande famiglia di Chizzocute anche delle amiche legate alle tradizioni non italiane, vuoi perchè nate all’estero, e ci raccontano che in Venezuela a Natale si mangia la torta negra navidena (torta al cioccolato decorata in superficie con la frutta decorata),  il pan de jamon (specie di pasta di pane arrotolata e farcita con prosciutto, uvetta, olive e pancetta), le hallacas (impasto di farina di mais ripieno di carne, olive, uva passa, capperi, peperoncino e cipolla). 

In Francia invece si usa molto festeggiare la Vigilia di Natale. Si parte dall’ aperitivo a cui viene data molta importanza per poi proseguire con i frutti di mare e il pesce (ostriche, crostacei cotti con maionese, capesante, salmone affumicato con toast al burro), il foie gras (fegato d’oca o d’anatra) con pane tostato o con pan di spezie. Per tradizione il dolce tipico è il bûche (tronchetto). Per il Pranzo di Natale invece, dopo l’aperitivo con salmone e foie gras, si mangia cappone o oca o anatra con le patate.  All’Epifania invece si mangia la galette des rois (una torta con pasta sfoglia e crema frangipane, crema a base di mandorle). L’usanza vuole che dentro alla torta venga nascosto un oggettino di porcellana e chi lo trova nella propria fetta è il “Re” o la “regina”. Se si compra il dolce in panetteria/pasticceria viene consegnata anche una corona di carta.

Come vedete ascoltando i vari racconti si possono sentire tantissime cose interessanti legate alle tradizioni e sarebbe un vero peccato se con il passare degli anni, a causa della superficialità della gente, venissero persi.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno gentilmente partecipato per aver condiviso con noi tutte queste interessanti informazioni, i ricordi della loro terra e se qualcuno vuole commentare per raccontare le sue tradizioni, ben venga.

Un abbraccio

Lorena

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